Il Castagno è tra le specie italiane che presentano maggiori possibilità di impiego del legname. L’assortimento di maggiore diffusione è sicuramente la paleria, sia grossa che minuta, grazie alle buone caratteristiche meccaniche e di durabilità che ne permettono differenti impieghi in manufatti all’aperto, anche grazie al fatto di ammettere legname con nodi e cipollatura se contenuta entro 1\4 della lunghezza. La grossa paleria trova impiego nella costruzione di linee di telecomunicazione ed elettriche, ritenuta più idonea rispetto ai possibili materiali alternativi, quali il metallo ed il cemento armato. Nonostante gli aspetti negativi legati per lo più alla scarsa omogeneità del materiale e in parte anche ad una poco chiara normativa in materia di struttura e dimensioni, la paleria di Castagno è preferita, oltre che per le caratteristiche tecnologiche del legname, anche in relazione al minor impatto ambientale sul paesaggio e alle minori difficoltà di messa in opera. E’ richiesta una lunghezza dai 7 ai 12 metri, con un diametro minimo di almeno 9 centimetri in punta e 12-15 cm. alla base. A seconda delle dimensioni, gli assortimenti minori possono trovare impieghi in settori differenti. E’ richiesta la paleria da vigna con lunghezze tra i 2 e i 4 metri e diametro medio di 10-20 cm, da filare, frutteto e serra con lunghezze variabili dai 2.5 ai 5 metri, e diametri dai 8 ai 12 cm, e da tutore, che sfrutta le dimensioni più ridotte, con lunghezze da 1 a 3 metri e diametri dai 2 ai 6 cm, idonee come paleria agricola o nel settore florovivaistico. E’ ormai frequente anche l’impiego del Castagno nelle opere di ingegneria naturalistica, che richiedono paleria di diverse misure a seconda della tecnica da eseguire. I toppi devono avere lunghezza minima di 2 metri e diametro minimo medio di 15-20 cm.; è richiesta la rettilineità dei toppi, mentre nodi (sani) e cipollatura (contenuta entro un quarto della circonferenza) non rappresentano un fattore limitante. Grazie inoltre alla durabilità naturale di questo legno è inoltre possibile produrre manufatti di uso comune a collocazione esterna come arredi urbani e da giardini, elementi per recinzioni, balconate, eccetera. Gli assortimenti di maggiori dimensioni, detti da segagione, vengono impiegati per travature (per usi strutturali) e tavolame. Le travi, parzialmente squadrate o a spigoli vivi, hanno misure correlate ai requisiti progettuali e in genere vanno dai 2 ai 9 metri di lunghezza con un diametro in punta di almeno 15-20 cm. Sono ammessi nodi sani, una leggera cipollatura ma non deviazioni della rettilineità. Il tavolame è destinato per lo più alla produzione di mobili, serramenti, pavimenti e doghe per la fabbricazione di recipienti e contenitori come tini e botti per l’invecchiamento di vini e liquori. Le tavole hanno lunghezza minima di 2.5 metri e diametro in punta maggiore di 20 cm. Non sono ammessi né cipollatura, né deviazioni di rettilineità e solo in parte sono tollerati i nodi purché sani. Sono prodotti che richiedono particolari qualità e che quindi sono spesso difficilmente ricavabili dal legname di popolamenti cedui. Per i toppi di particolare conformazione e qualità la destinazione può essere la tranciatura per la produzione di fogli che andranno a nobilitare pannelli per mobili di particolare pregio estetico. In questo contesto è anche possibile realizzare tramite sfogliatura degli elementi microlamellari a fibratura parallela (noti come LVL – Laminated Veneer Lumber ) destinati ad impieghi non strutturali e, tramite segagione alternativa con multilama, lamelle di limitato spessore da utilizzare per pavimenti, mobili e serramenti, anche perché il legno di Castagno è apprezzato per i suoi requisiti estetici e meccanici. Tra i prodotti secondari si ricorda che dal Castagno si ottiene inoltre legname per l’estrazione del tannino (oggi per lo più da materiale di scarto con diametro di almeno 10 cm.) che è presente con una quantità variabile dall’8 al 12% del peso anidro. Il processo di estrazione ha avuto inizio a livello industriale intorno al 1850 quando il tannino era usato per la tintura delle sete; successivamente venne impiegato per la concia delle pelli, ma trova applicazione anche nell’industria delle vernici e dei prodotti chimici. Il materiale legnoso esausto dell’estrazione viene riutilizzato per produrre pannelli di fibre ad alta densità (HDF) ottenuti con processo ad umido. Se da un lato, però, l’abbondante contenuto di tannino è responsabile della durabilità del legno, preservandolo dagli attacchi fungini, dall’altro ne ostacola la combustione, rendendolo un legno non adatto alla produzione di legna da ardere se non per consumi familiari o per un commercio marginale, a meno di una lunga stagionatura esterna. Il problema può essere superato riducendo il legname in chips che possono essere efficacemente bruciate.